Perchè il crowdfunding può aiutare la cultura e l’economia italiana
Siamo in crisi di liquidità. Le aziende e le singole persone spesso non riescono ad ottenere i soldi necessari per realizzare i propri sogni o progetti. Aziende che magari godono di ottima salute, persone con lavori stabili che però per vedere qualche euro devono accollarsi pesanti fidejussioni, quando va bene. Le cose stanno per cambiare e non è un caso che c’entri internet.
Crowdfunding è una parola che molti hanno imparato a conoscere, specie per chi è attento ai recenti sviluppi di internet. Questa parola indica un processo di finanziamento che non si affida ai canali tradizionali come banche o grandi investitori, bensì chiede alla gente comune come me e voi, di finanziare il proprio progetto in cambio di riconoscimenti o del prodotto che si deve realizzare.
Perchè è importante? Semplice, perchè il successo di siti ormai consolidati come Kickstarter e IndieGoGo fa ben sperare sulla qualità e sull’affidabilità di questo sistema.
Ci sono numerosi siti italiani di crowdfunding come Eppela, Starteed , Produzioni dal basso, Prestiamoci e molti altri che ci permettono di investire un po’ del nostro denaro in progetti che non verrebbero (probabilmente) mai realizzati per i motivi più disparati.
Cosa c’entra la cultura italiana? Ebbene, a spulciare tra le diverse proposte si notano progetti per piattaforme, documentari, startup nei settori chiave del Made in Italy che sono legate ad aspetti della nostra cultura. Dove lo Stato e i privati non arrivano, ecco che i cittadini possono trovarsi in un luogo e creare quell’ecosistema che dovrebbe far fiorire il settore.
Una nota positiva è che l’Italia, come primo paese al mondo, si è dotato di una disciplina legale per l’equity crowdfunding.
Cosa cambia rispetto al classico crowdfunding?
La differenza è sostanziale, mentre l’investimento nel crowdfunding tradizionale è praticamente una donazione o l’acquisto del prodotto da realizzare, con l’equity crowdfunding si diventa soci di una statup. Le nuove norme sono contenute nel Decreto Crescita bis e la prima piattaforma ad essere stata abilitata dala CONSOB è la livornese Starsup.
Il settore è in fermento e le idee sono molte. Visto il successo oltreoceano e considerato il rigido sistema italiano dei finanziamenti, si spera che queste piattaforme possano fluidificare il mercato e portarlo ad un nuovo livello, una conquista resa possibile da internet, dalla creatività delle persone e dalla lungimiranza dei nuovi mini-investitori.
Bene invece la ratio tra progetti presentati (52.000) e quelli approvati (15.000). Il modello di finanziamento che prevale è quello lending-based (preferito 4 casi su 5), capace di finanziare piccoli progetti ai quali – per questioni economiche – sono spesso precluse altre vie di investimento.
Il crowd funding o crowdfunding (dall’inglese crowd, folla e funding, finanziamento) è un processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro in comune per sostenere gli sforzi di persone ed organizzazioni. È un processo di finanziamento dal basso, che mobilita persone e risorse. Il termine trae la propria origine dal crowdsourcing, processo di sviluppo collettivo di un prodotto. Il crowdfunding si può riferire a processi di qualsiasi genere, dall’aiuto in occasione di tragedie umanitarie al sostegno all’arte e ai beni culturali, al giornalismo partecipativo, fino all’imprenditoria innovativa e alla ricerca scientifica.
Il web è solitamente la piattaforma che permette l’incontro e la collaborazione dei soggetti coinvolti in un progetto di crowd funding.
Colui che ha portato alla notorietà il crowdfunding oltreoceano è Barack Obama, pagando parte della sua campagna elettorale per la presidenza con i soldi donati dai suoi elettori, i quali erano i primi portatori di interesse.
Esempio di iniziativa autonoma di crowdfunding è la campagna che si chiamava “Tous Mecenes” (tutti mecenati) del Louvre. Il progetto prevedeva di raccogliere 1 milione di euro attraverso le donazioni delle web community per acquistare il capolavoro rinascimentale Le tre grazie di Cranach da un collezionista privato.
ALTRE BUONE NOTIZIE:
I musei italiani sfidano la crisi
Le città più romantiche di Italia Marisa MolesWeblog
Fonti:
http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2013-10-21/il-futuro-crowdfunding-italia
Non vorrei sembrare pessimista (in effetti lo sono e anche parecchio) ma credo che il crowdfunding sarà, prima o poi, l’ultima spiaggia della scuola pubblica italiana. 😦
"Mi piace""Mi piace"
Ho messo per due volte la mia piccola pietra alla costruzione di due films e sono molto contenta che in tanti siamo riusciti a completare un progetto (un film storico sulla Leggenda del sacco di Prato) e l’altro (un film tratto da un libro di Tiziano Terzani) si stia avviando alla conclusione. È un’ottima iniziativa!
"Mi piace""Mi piace"
Una volta si chiamava colletta
"Mi piace""Mi piace"
A Moraliainlob.
Per me colletta ha un che di carità’. Qui si tratta di collaborare o addirittura rendere possibile anzi realizzare un sogno, un’ invenzione, un’ idea creativa. Che può’ avere valenza sociale, creare lavoro e stimolare crescita culturale. E’ anche segno di un grado di evoluzione comportamentale di una società che vuole rispettare i valori propri del genere umano come gruppo.
Love
L
"Mi piace""Mi piace"
Ne ho scritto pure io
http://moraliainlob.wordpress.com/2013/06/26/glossario-crowdfunding/
Ma ritengo che in Italia sia difficilmente attuabile per cultura e disposizioni sociali.
"Mi piace""Mi piace"